Ven. 29 Mar. 2024
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Nord Milano, frutta e verdura protagoniste al Festival della Biodiversità

Dal 16 al 26 settembre in programma, laboratori, spettacoli nella natura, passeggiate naturalistiche e filosofiche. A tema la convivenza con la natura e gli altri esseri viventi di cui spesso non ci accorgiamo. La manifestazione è organizzata e promossa da un comitato promotore composto da enti istituzionali, associazioni, cooperative e società, di cui l’Ente Parco Nord Milano è capofila

“Quest’anno avremo la iurta, la tenda mongola tradizionale usata dalle popolazioni nomadi degli altopiani della Mongolia che rappresenta un luogo di relazione fra l’uomo e la natura. Sarà il simbolo dell’edizione di quest’anno del Festival della Biodiversità“. Così Tomaso Colombo, direttore della manifestazione.

Giunta alla quindicesima edizione, la manifestazione in programma al Parco Nord dal 16 al 26 settembre, propone laboratori, passeggiate, conferenze, incontri con scrittori, ma anche mercatini legati al tema dell’evento. Una formula ormai collaudata ed azzeccata capace di attirare molte persone.

Ci può spiegare  – in breve e per chi ancora non lo conosce – che cosa è il Festival della Biodiversità? 
Farei innanzitutto una premessa. Il Parco Nord ha avuto l’intuizione di lanciare il tema della biodiversità prima di Expo. Fino ad allora questo argomento non era quasi riconosciuto. Il Festival della Biodiversità non è la festa del parco, ma è un modo per invitare i cittadini della più grande area metropolitana italiana a ragionare sui temi della sostenibilità e sull’importanza della natura anche nei contesti urbani. Invitiamo a riflettere sulla biodiversità  non come a un concetto astratto legato ai grandi parchi nazionali, ma che riguarda soprattutto il vivere quotidiano. Abbiamo immaginato un Festival capace di aggregare diversi altri attori che parlano lo stesso linguaggio.

Che percorso avete fatto in tutti questi anni?
Quando siamo partiti con la nostra iniziativa c’era molta ignoranza rispetto agli argomenti che trattavamo, oggi non è più così. Nelle prime tre edizioni ci siamo concentrati sul far conoscere il valore della biodiversità con proposte di iniziative prettamente naturalistiche. Nel tempo abbiamo diversificato l’offerta e ci siamo maggiormente strutturati con la creazione di un comitato scientifico, uno di direzione artistica e uno promotore con tanti enti. Con il passare degli anni la manifestazione è cresciuta moltissimo in termini di pubblico e di iniziative. Ogni anno il comitato scientifico che riunisce tre università milanesi (Bicocca, Politecnico e Statale) sceglie il titolo della manifestazione, sempre legato all’argomento biodiversità. In genere sposiamo il tema lanciato dall’Onu, in collaborazione con la Fao. Il 2021 è l’anno dedicato alla frutta e alla verdura e noi cercheremo di declinare questo argomento nella quotidianità. In concreto daremo rilevanza alle realtà legate all’agricoltura sociale, ma ci occuperemo pure delle foreste e dei boschi considerati anche come luoghi di produzione. Affronteremo inoltre il rapporto con la natura e il selvatico. Che cosa produce per esempio una foresta? Frutti utili sia per l’uomo, sia per l’ecosistema. Proporremo quindi iniziative legate all’orticoltura, al gusto e all’agroecologia.

Quali sono le proposte di quest’anno?
Intanto una premessa: il Festival ha sempre puntato a non essere solo una manifestazione naturalistica. La biodiversità non si racconta con un solo linguaggio. Questo significa – concretamente – che le iniziative che proponiamo possono avere un carattere di divulgazione scientifica oppure essere addirittura una performance artistica. Proporremo il teatro itinerante nella natura, le passeggiate di osservazione naturalistica e quelle a carattere fantastico. Abbiamo proposte per famiglie e bambini, come le camminate notturne alla scoperta dei suoni della notte e dei rapaci. Con la professoressa Andrée Bella che accompagna i gruppi da tanti anni, proporremo anche le passeggiate filosofiche. Avremo spettacoli di teatro nella natura sia per bambini che per adulti legati agli ambienti naturali. Il bosco non è solo uno scenario, ma è anche parte di ciò che viene raccontato nello spettacolo.

Quali sono le novità dell’edizione 2021?
Come prima ho accennato avremo la iurta; la tenda mongola tradizionale per noi sarà il simbolo di una relazione che si può instaurare fra l’uomo e la natura. Abbiamo contattato Paola Giacomini, una scrittrice “vagabonda” che ha scritto libri di viaggio, in particolare ha compiuto un percorso da Cracovia alla Mongolia a cavallo. Lì ha vissuto nella iurta; da allora ha iniziato a viaggiare per l’Italia con questa tenda e a raccontare storie. Nella jurta saranno presentati alcuni testi di divulgazione naturalistica e che trattano il rapporto dell’uomo con il mondo selvatico.

Inoltre, il professor Stefano Bocchi, agroecologo e docente all’Università di Milano, presenterà il saggio L’ospite imperfetto. L’evento è organizzato da Slow Food e si svolgerà presso la Fondazione Cineteca Milano Mic di viale Fulvio Testi a Milano.

Avete in serbo iniziative particolare per i bambini?
Come accennato in precedenza, abbiamo pensato anche a loro: passeggiate naturalistiche, spettacoli e laboratori. Alcune iniziative sono dedicate ai bambini più piccoli, dai 4 anni in su. Proporremo vari spettacoli nel bosco, legati all’esplorazione teatrale fra gli alberi. Avremo lo spettacolo Noi e il lupo organizzato dal Parco Nazionale della Maiella che racconta la storia della reintroduzione di questo animale nell’ambiente. Ci saranno  laboratori per i ragazzi, sia prettamente ludici, sia divulgativi. Segnalo il Laboratorio sul viaggio dei frutti prima di giungere sulle nostre tavole tenuto da Emanuele Barzelli, che lavora al Festival della Scienza di Genova.

A cura di Angelo De Lorenzi

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