Doveva essere il tappone dolomitico, con lo spauracchio delle grandi salite, Passo Fedaia e Pordoi in testa.
Il maltempo ha stravolto il percorso: chilometraggio accorciato, la differenza la fanno i tornanti del Passo Giau, il freddo, la pioggia e la fatica che si trascinano i corridori da alcuni giorni.
Un manipolo di coraggiosi cercano il colpaccio e il riscatto, fra loro Francesco Nibali e Formolo. Se ne vanno nei primi chilometri cercando la fuga e almeno la vittoria di giornata. Ragranellano un buon vantaggio, circa 6 minuti, ma il gruppo li tiene comunque a bada. Sulla salita decisiva, Formolo cede per troppa generosità e rapporti troppo lunghi. Nibali si squaglia. Applausi per il coraggio e l’orgoglio, ma l’età presenta il conto. Dietro il gruppo maglia rosa, sempre più sottile, continua a perdere pezzi, ma recupera sui primi. Bernal pedala in agilità, anche nelle salite lunghe. Non si scompone. Quando decide che è arrivato il momento, saluta la compagnia e si getta come un falco sui primi. Li agguanta e li lascia sul posto. Il colombiano vince per distacco la sedicesima tappa del Giro.
Prestazione maiuscola per l’ottimo Damiano Caruso, terzo, dietro a Bardet, a una decina di secondi dalla maglia rosa. In classica sale al secondo posto. Buona la prestazione di Ciccone, quarto, subito dietro di lui Carthy e Almeida. In ritardo Vlasov, il suo ritardo è di 2 minuti e 10 secondi. Giornata no per Yates che soffre il freddo a 2 minuti e 36 dalla maglia rosa.
Fra i corridori del nord Milano, ricordiamo Giacomo Nizzolo, originario di Muggiò (MB), che si è aggiudicato la
volata nella tredicesima tappa di Verona, dopo aver collezionato una serie infinita di piazzamenti. Poi il ritiro
dal Giro, per eccessiva stanchezza. Domani è giornata di riposo per i corridori.