Ven. 19 Apr. 2024
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Cinisello Balsamo, microortaggi che passione. Un’idea nata da tre amici in birreria

[textmarker color=”E63631″] CINISELLO BALSAMO -[/textmarker] Microortaggi, che passione! Anche nel NordMilano. Ci sono Paesi come il Canada e gli Stati Uniti oppure l’Olanda dove questa produzione è diffusa da almeno dieci anni. Da noi è ancora una novità, considerata da alcuni solo come una “decorazione” adatta ai ristoratori stellati o per palati un po’ snob.

“Non è così” – sostengono Stefano, Gianluca e Stefano, della S.G.S. Microgreen che li producono in un laboratorio di 40 metri quadri a Cinisello Balsamo, precisamente in via Meroni 1, vicino a piazza Costa. “I microortaggi vanno conosciuti per le loro proprietà nutritive”. I tre soci imprenditori sono orgogliosi che la loro l’azienda  sia stata riconosciuta dalla Camera di commercio come startup innovativa. “Ci sentiamo ancora imprenditori di frontiera, perché sperimentiamo di continuo e il prodotto in Italia deve essere ancora conosciuto.”.

Stefano, innanzitutto che cosa sono i microortaggi?
Piccole piante all’inizio della crescita.

Come è nata l’idea di mettere in piedi la vostra impresa?
E’ accaduto un giorno in birreria. Io ho la passione per le piante, Gianluca per la tecnologia, Stefano ha competenze e interessi trasversali. Abbiamo iniziato a parlare di ciò che accade in vari Paesi come gli Stati Uniti e il Canada che producono microortaggi per esigenze climatiche e distributive e ci siamo detti che se avessimo messo assieme le nostre competenze avremmo potuto intraprendere questa attività anche noi. Abbiamo iniziato la nostra avventura attingendo le conoscenze dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro che ha pubblicato vari studi sui microortaggi.

Quando avete scoperto l’esistenza di questa attività?
Dopo aver letto vari articoli sull’argomento, abbiamo appreso di iniziative simili nell’America del Nord, soprattutto nella zona di Los Angeles dove molte persone sono salutiste.

Che cosa coltivate?
Il rapanello, quello rosa, rosso e verde; il cavolo cappuccio rosso, dalle elevate capacità nutrizionali; broccoletti, cima di rapa, il crescione, rucola e mostarda. Poi la senape, molto richiesta dai ristoranti che attualmente si riforniscono da noi. Coltiviamo anche le carote, i piselli e i finocchi. Stiamo facendo un test sul girasole e i risultati sono positivi. Continuamo a sperimentare anche altre coltivazioni meno note.

Dalla semina alla raccolta quanto tempo passa?
Dipende. Al crescione, lo dice il nome, basta poco. Sono sufficienti 7-8 giorni. Le più lente a crescere sono le carote: bisogna attendere due settimane.

Ma che differenza c’è rispetto all’ortaggio tradizionale? Ha lo stesso sapore?
Il sapore è sostanzialmente lo stesso, con il vantaggio che è leggermente accentuato.I principi nutritivi sono concentrati. Uno dei principali vantaggi dei microortaggi è fornire quantità di sali minerali e di nutrimenti di gran lunga superiori rispetto all’ortaggio adulto.

Come avviene la coltivazione?
In verticale, il che ci consente di risparmiare molto spazio. I microortaggi crescono in un ambiente chiuso e sorvegliato come può essere un appartamento. Le contaminazioni con l’esterno sono perciò ridotte. Non utilizziamo il terreno e stiamo cercando di limitare al massimo l’uso dell’acqua. Usiamo la luce e il riscaldamento.

Qual è il vostro mercato di riferimento?
Le persone che già conoscono il prodotto si avvicinano più facilmente a noi, ma questo non preclude il fatto che tutti possano interessarsi ai microortaggi. Serviamo i ristoranti, soprattutto quelli di Milano. C’è però un mito che vorrei sfatare. Il microortaggio non è solo decorativo. Lo è sicuramente ma da elemento decorativo può diventare un podotto nutrizionale essenziale per l’alimentazione quotidiana. I microortaggi piacciono molto ai vegetariani e ai vegani. I nostri prodotti interessano anche molti privati che ci hanno contattato attraverso i social oppure amici e conoscenti che ce li richiedono.

Nel concreto, come lavorate?
Produciamo su ordinazione, secondo la richiesta. Non vogliamo sprechi. Il prodotto lo mettiamo in un cartone, poi il cliente viene a prenderlo oppure provvediamo noi alla consegna. Non usiamo corrieri. Ci occupiamo direttamente noi del trasporto perché il prodotto è molto delicato.

Quali sono i vostri obiettivi?
Diffondere innanzitutto la cultura del microortaggio, cioè farne conoscere le reali proprietà nutritive, al di là degli aspetti meramente decorativi che pure ha.

Approfondimenti:

La ricerca della Università Aldo Moro Di Bari del Prof Santamaria sui Microortaggi.


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