[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Si è trasformato in un caso politico pesantissimo l’azione del sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano che giovedì scorso ha diffuso un video delle telecamere di videosorveglianza comunale per denunciare pubblicamente gli autori di un volantinaggio di protesta messo in atto da alcuni sestesi contro le scelte dell’amministrazione comunale sui nidi.
Sul caso è intervenuto anche l’ex vicesindaco e portavoce della lista civica sesto nel Cuore
“Speriamo paghino le sanzioni dovute e la smettano – afferma Caponi – Sarebbe auspicabile, vista la celerità con cui in questa circostanza si sono trovati gli autori, che d’ora in avanti si utilizzino gli stessi mezzi e la stessa “forza” anche per identificare tutti gli altri; per esempio chi in città commette atti illeciti a mio avviso ancora più gravi. Penso ai vandalismi alle autovetture parcheggiate, che ormai da mesi accadono un po’ in tutte le zone della città, penso alle discariche abusive nelle vie con ingombranti lasciati ovunque, penso a chi, con comportamenti analogamente illeciti, mette manifestini abusivi su pali della luce e peggio imbratta muri con scritte spesso indicibili, e a tutta la microcriminalità a cui si potrebbe mettere un freno”
Le parole di Caponi sono pacate, ma il loro senso è molto profondo e va a toccare i temi della libertà di pensiero e di rispetto della privacy. Il sindaco Di Stefano è da più parti accusato di aver usato strumenti comunali per limitare la libertà di opinione di un gruppo di cittadini e per attaccare chi aveva messo in dubbio il suo operato.
Caponi aggiunge: “Non vorrei si fosse utilizzato il metodo una tantum con due pesi e due misure: una per la “casta” intoccabile dei politici che fa muovere risorse e tecnologie, e un’altra per tutti gli altri fatti che coinvolgono cittadini inermi. Se si mettessero in campo sempre le tecnologie, le risorse necessarie, utilizzando al meglio anche i gruppi di controllo di vicinato, e la straordinaria professionalità degli agenti di polizia locale per contrastare fatti illeciti, se ne avrebbe un beneficio per tutta la comunità e non solo per ciò che fa gioco per alimentare la faida tra i partiti, che non mi appassiona per nulla e non risolve i problemi. Ben venga che si dica basta alla brutta abitudine di imbrattare la città, ora diventi regola anche per tutto il resto, e non un eccezione”.
Proprio sabato sera il sindaco Di Stefano, forse travolto dalle polemiche per queste sue ultime azioni, ha postato su facebook un messaggio nel quale denuncia la presenza di svastiche sui muri della città.