[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Trema l’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni dopo che la Corte dei Conti ha parzialmente bocciato il piano di rientro, approvato dal consiglio comunale, legato al disavanzo emerso la scorsa primavera nei conti del Comune di Sesto.
In quell’occasione il sindaco in persona si era scagliato contro il Pd accusandolo di aver commesso molte irregolarità contabili ed aveva imbastito una lunga campagna politica sulla sua capacità di salvataggio dai 21 milioni di debito accumulati negli anni.
Oggi la Corte dei Conti avverte il Comune che non è possibile prevedere il rientro di parte di questo debito non può essere spalmato su più anni ma va concentrato.
“Per oltre 10 milioni di euro, quelli corrispondenti al debito di ordinaria gestione finanziaria 2015-2016-2017 che ci ha lasciato la giunta Chittò, andrà fatto un nuovo piano di rientro ben più rapido e doloroso per il Comune mentre per i restanti 11 milioni (per la gestione fino al 2014) è confermato il piano trentennale”, ha detto Di Stefano. “Gli ex amministratori del Pd che siedono oggi in consiglio comunale dovrebbero dimettersi. Se avessero un minimo di rispetto verso la città dovrebbero fare un passo indietro, scusandosi. Grazie a loro il Comune di Sesto San Giovanni è in una situazione di pre-dissesto. Purtroppo dalla deliberazione della Corte dei Conti emerge che la situazione economica del bilancio comunale è ancora più grave per l’ente rispetto al previsto. Il gravissimo buco di bilancio di 21 milioni, ereditato dalla gestione disastrosa del Pd, costituisce un grave pericolo per il Comune. Infatti ci è stato comunicato che non è possibile recuperare tutti i 21 milioni di euro con il piano trentennale approvato in Consiglio Comunale ma solo una parte”, ha aggiunto il primo cittadino.
Dunque il comune è in una situazione di pre-dissesto dell’ente. “Da cui usciremo solo avviando nelle prossime settimane la procedura di riequilibrio finanziario che comporterà la formalizzazione del nuovo piano di rientro di 4 anni che andrà approvato in consiglio comunale come indicato dalla Corte dei Conti e dall’articolo 243 bis del Tuel – spiega Di Stefano -. Il termine di 4 anni è legato a un indice collegato alla percentuale di debito (10 milioni) rispetto agli impegni di spesa (70 milioni), una quota che non consente all’ente un risanamento in più anni”.
Se la vecchia amministrazione aveva sbagliato i suoi conti, la nuova giunta di Di Stefano non ha saputo fare meglio, anzi, si è inceppata nella prima prova seria di contabilità. E a un anno e mezzo dalla sua entrata in carica il tempo per scaricare le colpe su chi lo ha preceduto è ormai agli sgoccioli. Nell’ultimo anno la sua amministrazione ha contratto consulenze e contratti che in qualche caso hanno guardato più all’immagine che alla sostanza, come le consulenze di comunicazione. Pochi giorni fa ha varato un incarico da quasi 50mila euro a una società privata per redigere un censimento del patrimonio pubblico di proprietà comunale. Possibile che gli uffici comunali non siano in grado di conoscere quali sono le proprietà del Comune?