[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Una comunicazione di inizio lavori ritenuta “inefficace”, perché mancano diverse parti richieste dalla legge. E nessuno scavo entro la data stabilita dalle norme. Per questi due motivi il Comune di Sesto San Giovanni ha inviato al Centro culturale islamico di Sesto San Giovanni una diffida a intraprendere le opere per costruire la grande moschea in via Luini, nel quartiere Restellone.
La notizia è stata diffusa dal quotidiano Il Giorno. “Una diffida a intraprendere le opere per la realizzazione della grande moschea in via Luini. L’ha firmata l’ufficio tecnico del Comune, inviandola al centro culturale islamico e agli architetti incaricati del progetto da 2.450 metri quadri sull’area del Restellone accanto alla ferrovia”. I motivi di tale decisione sono già stati anticipati: il Centro culturale islamico di Sesto ha presentato un documento di inizio lavori carente in molte parti. Per esempio non risulta presentata la denuncia da parte del direttore dei lavori per la predisposizione del cantiere propedeutico all’avvio delle opere. Inoltre non sono iniziati gli scavi.
Così l’amministrazione ha deciso di procedere. “Moschea di Sesto: mancato inizio delle opere nei termini. Decadenza definitiva dal permesso di costruire. Adesso è proprio finita!”. Ha scritto su Facebook l’assessore Lamiranda, che ha la delega ai Lavori pubblici, commentando proprio l’articolo apparso sul quotidiano locale. “Il testo unico sull’edilizia è chiaro. Il Tar aveva dato una chance alla comunità islamica rideterminando il termine al 29.04.2018 per l’inizio dei lavori ma, al di là dei proclami, dalle foto dei luoghi non vi è traccia di alcun intervento. La legge sul punto è chiara: decadenza automatica del permesso di costruire. Se qualcuno tenterà di iniziare i lavori adesso, cioè dopo il termine concesso dal Tar, farà un abuso edilizio. Dura lex sed lex”, ha detto ancora Lamiranda.