[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Torna a far discutere la nuova amministrazione comunale di Sesto San Giovanni che nei giorni scorsi ha rifiutato l’uso del PalaSesto alla comunità islamica per la celebrazione della Festa del Sacrificio, seconda festa per importanza del mondo islamico.
Il sindaco Roberto Di Stefano aveva immediatamente dichiarato che non si trattava di un rifiuto ideologico, ma di un richiamo al rispetto delle regole: “A Sesto non viene negato il diritto di culto a nessuno. Ma, a differenza del passato, è stato deciso, come sarebbe dovuto accadere anche in precedenza, di agire nella legalità – ha detto -. La comunità islamica locale non ha richiesto il PalaSesto 60 giorni prima dell’evento, come prevede un regolamento. Non facciamo scorciatoie soprattutto nei confronti di chi, e anche questo il Pd sembra ignorarlo, ha dei debiti economici nei confronti dell’Amministrazione Comunale (per una cifra consistente di 320mila euro) e fa orecchie da mercante alle richieste di chiarimento che vengono rivolte dal Comune di Sesto, come i bilanci relativi alla nuova moschea visti i forti dubbi su finanziamenti dal Qatar come emerso nelle settimane precedenti”.
Le risposte non sono tardate a venire. La Chiesa cattolica locale si è schierata con i musulmani, affermando che si tratta di una pericolosa negazione della libertà di culto. Il senatore Pd Franco Mirabelli ha chiesto l’intervento del Ministro dell’Interno Minniti e del Prefetto. Anche dal Pd locale si è levata una feroce critica: “Si tratta di una scelta che innanzitutto nega fondamentali diritti costituzionali, tra cui quello della libertà di culto e del suo esercizio, e che, allo stesso tempo, ci espone al rischio di tensioni in città che potrebbero minare la convivenza tra comunità – scrivono in un comunicato -. In tutto questo alimentare odio e distruggere progressivamente il clima di serena e pacifica convivenza che ha sempre contraddistinto la nostra città, risulta ancora più assordante il silenzio del polo civico: a soli pochi mesi all’insediamento della Giunta possiamo dire che il civismo, che avrebbe dovuto arginare le istanze più estremiste, ha rovinosamente fallito ancora prima di iniziare”.
Più esplicito l’ex vicesindaco Andrea Rivolta che definisce questo rifiuto “basato sulle bugie”. “La famosa norma che obbliga a presentare 60 giorni prima la richiesta. Questa norma ad oggi non esiste, è un vincolo che apparterrà al nuovo contratto, con il contratto vigente non esiste nessun obbligo a concordare alcunché con l’amministrazione comunale. Sfido il Sindaco a produrre i documenti che provino l’esistenza di quel vincolo – continua -. Si dice che a Sesto si costruirà la più grande moschea d’Italia, questa è la pèiù grande delle bugie. La sala preghiera, cioè la moschea vera e propria sarà di circa 600 metri quadri e potrà contenere al massimo 600/700 fedeli”.
Insomma, la preghiera per la Festa del Sacrificio quest’anno non si celebrerà a Sesto, ma la polemica sembra destinata a continuare a lungo.