[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – E’ stato “assolutamente straordinario” l’intervento nel quale, alle tre di notte del 23 dicembre scorso, è stato ucciso Anis Amri nel corso di uno scontro a fuoco con la polizia italiana, secondo il ministro dell’Interno Marco Minniti, che dimostra il buon “controllo del territorio” da parte delle forze dell’ordine in Italia.
Il titolare del Viminale, che ieri sera a Milano ha partecipato prima al comitato provinciale per la sicurezza e si è poi recato in Questura, ha affermato, in un incontro con la stampa, che “di fronte ad una attività terrorista altamente imprevedibile la possibilità di prevenzione sta in due fatti”. Il primo è la “capacità di intelligence e prevenzione che fanno le forze di polizia, i dipartimenti centrali, l’antiterrorismo e la Digos, l’arma dei Carabinieri, la Guardia di finanza”, oltre al lavoro della intelligence “dalla quale – ha sottolineato Minniti, che prima di diventare ministro dell’Interno nel Governo Gentiloni aveva la delega ai servizi segreti – mi sono da poco separato senza particolari amarezze: ci siamo lasciati bene, con grande affetto, anzi un pochino di dolore, almeno – ha aggiunto il ministro con un sorriso – da parte mia probabilmente là staranno festeggiando”.
“Ma accanto a questo – ha aggiunto Minniti -, l’altro aspetto è il controllo del territorio: la vicenda di Sesto San Giovanni non è una vicenda casuale, è l’espressione di un sistema. La punta di lancia in questo caso è stata la polizia di Stato, ma quel controllo lo si può fare grazie alla grande collaborazione tra tutte le forze dell’ordine. Ciò rende più difficile infiltrarsi nel territorio, non impossibile ma più difficile”.