Ven. 14 Feb. 2025
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Politica, a Sesto il Comitato Popolare cerca alleati, ma il Pd sfugge

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Alle elezioni comunali della prossima primavera mancano ancora almeno 6 mesi, eppure i partiti e i movimenti sestesi già stanno sgomitando e lavorando senza sosta per cercare spazio in vista di una campagna elettorale che non sarà semplice, in una città sfiduciata e arrabbiata.

Questo sembra essere il momento del Comitato Popolare, la lista ispirata dall’ex sindaco Filippo Penati che, è il caso di dirlo, cerca spazio tra quelli che sono già considerati gli schieramenti per la prossima campagna elettorale. Il Comitato Popolare aveva lanciato una campagna di incontri con partiti e realtà sociali del territorio. Pare aver ricevuto il classico “due di picche” dal Pd che non sembra disposto a sedersi al tavolo se non con l’intera coalizione di Sinistra che lo compone.

“È davvero positivo il riscontro alla nostra proposta di incontri con le realtà civiche e politiche che abbiamo contattato per un primo giro di confronto e proposta – ha precisato Beniamino Bonardi, portavoce del gruppo politico – A brevissimo comunicheremo il calendario completo. Siamo, invece, colpiti dalla risposta del segretario del Pd, che sembra dettata da una visione della politica e dei rapporti che, per noi, ha sinceramente segnato il passo”.

E aggiunge: “Il segretario del Pd ci ha, cortesemente, risposto che unico incontro possibile è quello formale con quella che lui ha definito “coalizione”, cioè Pd, Rifondazione Comunista e Sel, presentandola come già acquisita e presumiamo “blindata”, come la risposta sottoscritta anche dai due rispettivi segretari, pure loro da noi invitati singolarmente, ma evidentemente rappresentati ora dal Pd, fa presumere. Abbiamo declinato l’invito, sia perché rispettosi dell’autonomia e della rappresentatività dei nostri interlocutori e quindi restii a “pacchetti” preconfezionati, sia perché noi non siamo una forza politica che cerca una “tradizionale” trattativa con chicchessia, ma una realtà nata spontaneamente proprio per superare le liturgie di una politica che sempre di più si allontana dai suoi compiti e dalla sua naturale rappresentanza”. E conclude: “Noi non siamo l’embrione di una qualsiasi lista che cerca uno strapuntino in qualche agglomerato di partiti, che tra l’altro non si riesce nemmeno a capire se con quella conformazione si presenterà agli elettori. Siamo sempre più convinti, anche davanti a ciò, che non sia Sesto a dover cambiare, ma il modo di pensarla, servirla e governarla. Noi siamo nati proprio per questo”.

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