[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – C’è preoccupazione per le sorti di uno degli stabilimenti fiore all’occhiello di Sesto, l’Alstom Power. Venerdì scorso operai si sono hanno scioperato per quattro ore davanti all’ingresso di via Edison, bloccando l’accesso agli altri dipendenti per denunciare il loro allarme per la situazione.
Qui la cassa integrazione sta già facendo lavorare a rotazione gli operai, che non nascondono la loro preoccupazione per le continue delocalizzazioni in Romania e Polonia, e la paura che si vada verso un progressivo svuotamento di funzione dello stabilimento.
“Nel 2015 la Alstom Power diventerà ufficialmente General Electric – si legge nel comunicato stampa rilasciato dalla Fiomm – Nel sito di Sesto San Giovanni, i circa 600 lavoratori stanno subendo la quarta tornata di cassa integrazione ordinaria. Contestualmente, il gruppo dirigente aziendale sta dirottando alcune produzioni importanti verso gli stabilimenti polacchi del gruppo”.
“Il rischio concreto di questa operazione di delocalizzazione è che, al momento della cessione a General Electric, la fabbrica di Sesto San Giovanni sia ridotta ad una “scatola vuota”, con le pesanti ricadute occupazionali che questo comporta”.
“Da tempo i lavoratori di Sesto San Giovanni chiedono al gruppo dirigente di Alstom Power un piano industriale che preveda investimenti per scongiurare la perdita di quote di mercato e il mantenimento nel sito delle produzioni”.
Dopo il presidio davanti all’azienda, i manifestanti si sono spostati a Milano, presso la sede di Assolombarda, dove si è tenuto un incontro tra azienda, sindacati e rappresentanti dei lavoratori. Un prossimo incontro è stato fissato per il 30 ottobre, dopo il completamento dell’acquisto da parte di General Electric.
I sindacati e i lavoratori hanno anche chiesto un incontro con il sindaco Monica Chittò, che è stato fissato per il 15 ottobre.