[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Conoscevano i rischi per la salute, ma non hanno informato i lavoratori. Sono accusati di negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle leggi.
Nove dirigenti della Breda Termoccanica-Ansaldo sono stati rinviati a giudizio per la morte di undici operai per mesotelioma pleurico e lesioni gravissime per un altro ancora vivo. Il 26 settembre comincerà il processo presso il Tribunale di Milano.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, dott. Manuela Scudieri ha rinviato a giudizio 9 componenti del consiglio di amministrazione della Breda Termomeccanica – Ansaldo di viale Sarca a Milano e chiesto lo stralcio per altri 2 (come richiesto dalle difese degli imputati) per sottoporli a perizia medica il 26 giugno.
L’accusa è di omicidio colposo per “colpa negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle leggi, omettendo di adottore nella direzione e nell’esercizio dell’impresa, le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori operanti all’interno dei capannoni nei reparti produttivi Convenzionale e Nucleare”.
In presenza di lavorazioni insalubri che comportavano esposizione sia diretta che indiretta all’inalazione di polveri e fibre di amianto, usato in tutte le fasi delle lavorazioni a caldo quale coibente termico e impiegato addirittura quale giaciglio su cui riposavano tra un turno e l’altro, i dirigenti sono accusati di non aver informato i lavoratori “circa i rischi esistenti già conosciuti dalla direzione” e di non aver fornito ai lavoratori mezzi di protezione individuali e collettivi. Per la magistratura le morti sono certamente riconducibili a inalazione di fibre di amianto subite nel periodo 1973-1985.
In questo processo il giudice ha già accolto le richieste di costituzione delle parti civili.
Oltre al Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, difeso e assistito dall’avvocata Laura Mara sono state ammesse come parti civili anche l’Inail, Regione Lombardia, e Medicina