Ven. 19 Apr. 2024
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Pasqua, anche l’anima può rinascere

[textmarker color=”E63631″] SPECIALE PASQUA DI SPERANZA -[/textmarker]Assaporo il sole tiepido, la sua luce che irraggia radiosa le prime foglie verdi degli alberi, donando ad esse un colore magnifico, splendente al punto tale che sembrano sorridermi.
Mi lascio abbagliare dalla grazia dei fiori: coppe tinte di magenta che va dissolvendosi lasciando infine spazio alla purezza del bianco, offerte dai rami su di un esile bocciolo verde, come solo uno dei più eleganti maître di sala saprebbe fare.
Quei trofei contengono il più prezioso dei beni: la vita. Quel polline che, cullato dal vento e dal dolce volteggiar delle api, permette alla natura di perpetuarsi nel suo ciclo.

Ecco allora che un pensiero a forma di saetta folgora i miei neuroni lasciando la mia testa in preda ad un blackout. Ora il mio pensiero può spiccare il volo.
Che strano: mentre il virus stravolge le nostre vite, le accartoccia o, peggio, le squarcia con furia, la natura continua a ripetersi seguendo quell’otto rovesciato: l’infinito.

La natura continua a rinascere.

Ogni anno, inesorabilmente, le foreste crescono senza far rumore. E noi non le udiamo: non prestiamo attenzione a quelle urla lanciate a squarciagola dagli alberi, da ogni filo d’erba, persino da ciascun granello di terra, che ci rammentano come sia possibile rialzarsi per poi ergersi, ambendo al cielo. Di nuovo.

Ed oggi ne abbiamo bisogno più che mai.

Anche la Pasqua ce lo ricorda.
Per la fede cristiana è simbolo di Resurrezione. Ecco che quindi la rinascita non acquisisce più solo un significato materiale, ma spirituale.

Anche l’anima può rinascere.

Sull’onda della primavera, capace di ridonare vita agli alberi dopo il lungo e freddo inverno, la Pasqua può in qualche modo rinnovare la nostra essenza.
È però la nostra volontà a renderlo possibile: niente accade se non ci si fida del “nuovo”, se ci si lascia spaventare da ciò che non si conosce.

Bisogna dunque convincersi di poter cambiare, di poter rinascere: diversi.
Ecco che allora, con quella primavera interiore,

Torneranno anche gli uccelli
Ti diranno come volare
Per raggiungere orizzonti
Più lontani, al di là del mare

come recita “Fino all’imbrunire” dei Negramaro.

È interessante che a profetizzare quel ritorno, nella canzone, sia proprio la voce di un bambino.

di Stefano Bombonato 

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