Sedotti dalla follia

Toglie il fiato.
Graffia ed irrita la pelle come fosse un artiglio felino, costringendo a cospargersi il volto di creme idratanti e prodotti simili. Annebbia terribilmente gli occhiali da vista che diventano così insopportabili. Nasconde le labbra, rendendo vano qualsiasi rossetto.
Può essere bianca, candida, o un’esplosione di colori; elegante o casual; funzionale e sgradevole alla vista o poco utile, ma “cool”: è ormai parte dell’outfit.
Il virus ci ha costretto a indossare una maschera. Anzi, l’ennesima.
Quante altre maschere indossiamo durante la giornata?
Una a lavoro, una con gli amici, una con la famiglia, una con gli sconosciuti… si potrebbe stilare una lista infinita. Talvolta, non ce ne accorgiamo nemmeno.
Si finisce così per diventare una persona che si lascia convincere dal giudizio altrui di esserne altre centomila, per poi non capirci più niente e realizzare di non essere nessuno.
Luigi Pirandello, sebbene ci abbia lasciato poco meno di un secolo fa, dimostra di essere ancora capace di far riflettere. I suoi personaggi finiscono per impazzire: solo così riescono a sbarazzarsi di quelle futili maschere, rivelando al mondo la propria vera identità.
Un mondo che non è in grado di comprenderla e dunque la rifiuta, come un bambino.
Quella maledetta FFP2, però, lascia che l’attenzione dell’interlocutore (o di un curioso osservatore) converga sugli occhi, come un raggio di luce su una lente: se della grandezza giusta, quella lastra di vetro lo rende letale.
Gli occhi: uno dei più potenti mezzi di comunicazione. Mai capaci di mentire.
Un abisso che, se osservato nel profondo, svela il suo ricco fondale: non vi è predatore che possa impedirlo.
Ogni singolo granello di sabbia sgretola un frammento di una di quelle innumerevoli maschere “pirandelliane”.
Ecco che forse gli occhi, se scoperti, ci rendono folli agli occhi del mondo.
Un mondo perennemente calzante un costume.
Eppure, un grande attore -e dunque re dei travestimenti- una volta disse che “ti viene data solo una piccola scintilla di follia: non devi perderla”.
Si chiamava Robin Williams.
Così, passata la festa di San Valentino, credo sempre più che, invece di innamorarsi delle curve di una donna o degli addominali scolpiti di un uomo, valga la pena lasciarsi stregare dallo sguardo di una persona.
Toglie il fiato.
Di Stefano Bombonato
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