[textmarker color=”E63631″] CINISELLO BALSAMO -[/textmarker] “La vicenda che riguarda le trasformazioni urbanistiche della città ha radici lontane”. Una storia lunga e complessa, quella che ha portato la magistratura a indagare su alcuni noti personaggi politici e imprenditori. Enrico Zonca, attuale assessore all’urbanistica, al territorio e all’edilizia privata del Comune di Cinisello Balsamo, è sicuramente fra le persone che più conoscono gli antefatti che hanno portato ai recenti clamorosi sviluppi.
Facciamo un riepilogo, innanzitutto: l’episodio eclatante delle ultime settimane è stato l’arresto dell’ex sindaco di Cinisello Balsamo, appartenente al Partito Democratico, insieme al marito Roberto Imberti, che prima di lei era stato vicesindaco della città e segretario provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà. Per entrambi l’accusa è di corruzione. Con loro erano stati arrestati l’ex assessore Ivano Ruffa, poi segretario del Pd cittadino, carica dalla quale si è dimesso, e un ex consigliere comunale dello stesso partito, indagati per gli stessi reati di corruzione e sottoposti all’obbligo di firma. Per tutti l’accusa è di corruzione nell’ambito della più gigantesca operazione urbanistica che la città ricordi. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati successivamente ritirati.
Secondo i pm, attraverso gli atti del Piano di Governo del Territorio del 2013, i due avrebbero prodotto un vantaggio economico nei confronti dell’imprenditore proprietario delle aree da destinare a parco pubblico, in cambio di promesse di soldi e incarichi. Tutto era cominciato nell’autunno del 2016 sulla spinta di esposti firmati dall’allora consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Dalla Costa, e da segnalazioni avanzate dai gruppi ambientalisti: la Finanza aveva cominciato a indagare sugli atti dell’ultimo Pgt Cinisello Balsamo. (A destra, un’area del Parco del Grugnotorto).
Nel frattempo, nel 2018, la Trezzi viene sconfitta alle elezioni contro Giacomo Ghilardi, ma non scompare affatto dalla politica attiva, ricoprendo l’incarico di consigliere comunale all’opposizione e di Consigliera delegata alla Mobilità per Città Metropolitana. E si arriva a metà giugno 2020, quando l’ex sindaco e il marito sono chiamati a difendersi davanti al giudice di Monza chiedendo la revoca – concessa – degli arresti domiciliari. Non hanno parlato, invece, l’imprenditore Paolo Cipelletti, il coordinatore cittadino Ivano Ruffa e l’ex consigliere dem Franco Marsiglia, ai quali comunque è stato revocato l’obbligo di firma.
Secondo quanto dichiarato pubblicamente dal legale difensore della Trezzi, l’avvocato Vinicio Nardo, l’ex sindaco di Cinisello Balsamo “ha chiarito di avere seguito la procedura che le è contestata perché così sarebbe riuscita a ottenere un doppio vantaggio per la collettività: creare l’operazione PII Bettola e fare avere un parco pubblico nella città”. Imberti, che dirige una società di sviluppo immobiliare, è ritenuto dall’accusa l’intermediario tra la moglie e i privati interessati al progetto urbanistico.
Assessore, che cosa ci può dire su questa storia? Quali sono gli “antefatti”? Lei criticò duramente le scelte politiche fatte allora dalla sinistra…
Premetto che la mia contrapposizione a Trezzi e a quel PD è sempre stata di natura politica e non è mio compito commentare le vicende giudiziarie odierne, sulle quali spero vivamente che tutte le persone coinvolte non abbiano conseguenze penali, perché se così non fosse sarebbe un disastro personale e d’immagine per tutta la città. Detto questo, la vicenda del Piano di Governo del Territorio ha origini lontane. Gli studi sul Pgt attuale iniziarono nel 2006, quando si immaginò il futuro di Cinisello Balsamo in una chiave che oggi diremmo “obsoleta”. Ci fu uno studio che durò 7 anni, per arrivare nel 2013 all’approvazione di un Piano di governo del territorio già vecchio. Ricordiamo che la legge regionale del 2005 introdusse i Piani di Governo del Territorio, che andarono a sostituire i vecchi piani regolatori. Anche Cinisello Balsamo si mosse sulla base di questa nuova legge, interrogandosi su quale potesse essere il futuro della città. Già in quell’anno, il 2013, anno delle elezioni che persi contro Trezzi al ballottaggio, mi accorsi di alcune anomalie.
Che cosa riscontrò allora?
Erano stati identificati degli ambiti di trasformazione, cioè delle aree perimetrate in cui vengono concentrate le nuove volumetrie autorizzate. Mi accorsi che qualcosa non andava perché questo piano non era equilibrato. Ci fu allora il mio famoso intervento, il mio j’accuse la sera dell’approvazione del Pgt che mi portò ad eccedere, nella foga della mia dichiarazione politica contro il sindaco e lo stesso Pgt, per la quale ho subìto pesanti conseguenze personali. Era chiaramente un Pgt obsoleto e non equilibrato per uno sviluppo sostenibile della città. Questo documento era totalmente anacronistico tanto che, dopo 7 anni dalla sua approvazione, finora ne è stato realizzato solo l’1%. Significa che il 99% è rimasto sulla carta. Questo dimostra che fu fatto un errore clamoroso di valutazione e di fatto la città si è bloccata, anche nella sua riqualificazione. Io ed altri contestavamo il fatto che Cinisello Balsamo, pur avendo già un edificato del 75%, subiva un incremento assurdo di aree edificabili, con ulteriori 5.000 nuovi abitanti in zone che erano aree dismesse ex industriali e venivano incrementati i valori solo per la residenza. Avere 5.000 abitanti in più nella nostra città, in prospettiva poteva rappresentare un serio problema e non era per nulla lungimirante.
Le vicende giudiziarie di questi giorni sono collegate a quel Pgt, ma ribadisco che i processi si fanno nei tribunali e non sui giornali o su Facebook. C’è da dire che a quel tempo feci una critica politica molto forte su alcune scelte che si sono dimostrate nei fatti un grave errore, prima di tutto politico e strategico, su come si fosse immaginato il futuro di Cinisello Balsamo, relegandola ancora una volta a periferia residenziale di Milano.
Su quali basi fondava la sua critica?
La mia critica era fondata sostanzialmente su due ragioni. Alcune scelte urbanistiche erano orientate a favorire determinate situazioni e a danneggiarne altre. Non c’era – a mio parere – uno sviluppo armonico della città e soprattutto vi erano questi incrementi volumetrici fuori dal normale, totalmente in contraddizione con i continui proclami della città verde, la città ciclabile, della diminuzione del consumo di suolo e di altre situazioni che facevano sembrare che Cinisello volesse diventare una città più ecologica del passato mentre invece di fatto era il contrario. Ad esempio la contraddizione palese di introdurre nel Pgt, unico caso in Lombardia, l’obbligo di due posti auto per ogni nuova unità abitativa, in netto contrasto coi continui proclami della sinistra sull’utilizzo dei mezzi pubblici o della mobilità sostenibile, dei concetti di car sharing o addirittura del bike sharing.
Che cosa si intende per aumento volumetrico? Può fare qualche esempio?
Ad esempio l’Ovocultura. È un prato incolto di proprietà comunale, derivante da una cessione di aree a standard dovute per la costruzione del primo Ipermercato Auchan (oggi demolito). Per mantenere il controllo di quell’area pubblica, di 73.000 metri quadrati, si era insediato per alcuni anni un locale da ballo, un kartodromo e un allevamento di cavalli. Nel vecchio PRG era definita area a servizi e tale sarebbe dovuta rimanere. In quell’area, senza modifiche nel Pgt, si sarebbe potuto costruire, ad esempio, un centro sportivo con una piscina comunale olimpionica, un nuovo palazzetto dello sport, la nuova caserma dei carabinieri o un grande parco attrezzato.
E invece?
Invece nel nuovo Pgt la sua natura è stata modificata e trasformata in area edificabile, e attraverso una permuta di aree, approvata dalla giunta comunale e dalla allora maggioranza in Consiglio comunale, con delle non ben precisate aree del Parco del Grugnotorto che si trovano all’interno del perimetro del parco, sulle quali c’è una capacità edificatoria virtuale, un credito edificatorio, concetto diverso dal diritto edificatorio. Nel 2014 fu quindi pubblicata una manifestazione d’interesse di permuta tra un’area del Grugnotorto e l’area Ovocultura, che venne trasformata da “area a servizi”, a “edificabile” all’interno di un ambito di trasformazione, con la previsione di 40.000 mq di residenza, cioè oltre 400 nuovi appartamenti.
Il problema è che molti altri ambiti di trasformazione non potevano essere tecnicamente realizzati. Se formalmente si era pensato a uno sviluppo urbano così spinto, quando poi si andava nel pratico, c’era e persiste ancora oggi sempre qualche problema.
Faccio un esempio. Prendiamo Cascina Cornaggia: un ambito di trasformazione, anche qui oggetto di permuta tra un’area comunale e un immobile privato. L’idea studiata dai vecchi amministratori era: il privato cede la Cascina Cornaggia riqualificata per usi sociali e in cambio il Comune concede la costruzione di nuove abitazioni in un’area adiacente, attraverso una permuta. L’Agenzia delle Entrate ha fatto pervenire una relazione in cui si dice che il valore della permuta era sbagliato, per circa 400.000 euro a favore del privato. Per realizzare quell’operazione di permuta il privato, oltre a cedere la cascina già riqualificata, avrebbe dovuto versare circa altri 400 mila euro al Comune, il che ha irrigidito le posizioni e di fatto ha rallentato tutto l’iter di quella realizzazione.
Torniamo al Grugnotorto: quando si parla di quest’area a che cosa si fa esattamente riferimento?
Nel perimetro del Parco del Grugnotorto, oggi si chiama GruBria, poiché comprende anche aree fino a Seregno, la zona est oltre via Cilea è già in gran parte di proprietà pubblica, mentre la parte a nord di via Alberti è quasi interamente privata e coltivata. Su queste aree era stato previsto – negli anni ’90 – un Progetto Speciale. Qui doveva sorgere un grande centro commerciale, ma che per svariati motivi non fu mai realizzato, quindi ecco perché la storia arriva da molto lontano. Questa zona è chiamata con il nome di “ambiti di compensazione esterni al TUC (Tessuto Urbano Consolidato) e avevano assunto una notevole capacità edificatoria, derivante dai vecchi PRG, molto superiore rispetto alle semplici aree agricole.
Questa zona – in realtà – è composta da due parti distinte: a quella più vicina alla strada è stato attribuito un credito edificatorio maggiore rispetto alle altre. Con l’approvazione del più recente progetto del centro commerciale a Bettola, è stata inserita una clausola per cui l’operatore aveva l’obbligo di una compensazione ambientale a fronte della costruzione di questo nuovo centro commerciale. Fu quindi inserita una clausola sulla quale eravamo più o meno tutti d’accordo: una parte degli oneri da versare dovevano essere vincolati all’acquisto delle aree del Grugnotorto da parte del Comune.
Fu quindi creato un fondo vincolato da 16 milioni di euro per l’acquisto delle aree del Grugnotorto, però senza indicare la quantità di metri quadri, quali aree, eccetera. Il programma è stato validato nel 2017 con un Accordo di Programma in Regione Lombardia. L’amministrazione comunale precedente ha inserito questa clausola per vincolare una parte degli oneri che dovevano essere pagati dall’operatore, all’acquisto delle aree inserite nel perimetro del Parco del Grugnotorto. L’imprenditore di cui si parla in questi giorni (Cipelletti), non è l’unico proprietario delle aree, perché lo è per circa l’85 % per cento. Ci sono anche altri proprietari nelle aree perimetrate del parco e comprese nel territorio di Cinisello Balsamo.
L’edificazione di una realtà così importante come quella del nuovo centro ex Auchan in effetti era occasione forse più unica che rara per acquisire delle aree del parco, promesse da decenni, ma mai realizzate. Il Comune mai avrebbe avuto le risorse sufficienti per poterle acquistare. Nel frattempo era già in atto la cosiddetta “guerra delle perizie”, con valori molto diversi tra loro a seconda di chi fosse il committente della perizia, con cause legali, ricorsi al TAR, trattative estenuanti tra pubblico e privato. I risultati odierni non hanno prodotto risultati positivi per la città, né per una soluzione definitiva della questione.
Torniamo all’attualità. La denuncia del consigliere Giancarlo Dalla Costa…
Giancarlo Dalla Costa, al tempo consigliere comunale, ha denunciato la precedente amministrazione di aver valutato eccessivamente il valore di una parte dell’area all’interno del perimetro del Grugnotorto.
Formalmente la contestazione si basa sul valore attribuito a queste aree. A me è sembrato molto strano che non si riuscisse a stabilire precisamente il valore di quelle aree, in parte agricole e in parte asservite a servizi. Per dipanare tutta questa ridda di perizie così diverse l’una dall’altra, durata decenni, fu deciso di rivolgersi all’Agenzia del Territorio in modo che fosse redatta una perizia super partes che stabilisse il valore certificato delle aree, differenziate per funzione.
La perizia finale stabilì il valore delle aree, dai 12 ai 17 euro al metro quadro. Se il valore medio, quindi, è 15, con un fondo vincolato da 16 milioni, è possibile acquisire poco meno di un milione di metri quadri, considerando anche gli eventuali oneri accessori. Su quello che è successo dopo – sugli accordi esistenti tra i singoli, ovviamente non posso esprimermi, poiché non ne sono a conoscenza, e questo è il lavoro della Magistratura, ma di certo questa è una querelle che sta andando avanti da 25 anni e la scelta del sindaco Giacomo Ghilardi di indicarmi come assessore all’urbanistica si è rivelata molto oculata e lo ringrazio per questo, poiché io già conoscevo benissimo questo e altri temi, avendoli ben analizzati già prima dell’approvazione del famoso Pgt del 2013.
Ultima domanda: per il bene di chi abita a Cinisello Balsamo, a suo parere oggi che cosa si dovrebbe fare?
Noi, come nuova Giunta comunale, abbiamo innanzitutto valutato dal punto di vista tecnico tutti gli ambiti di trasformazione previsti dal Pgt. Qualcuno, col senno di poi, potrebbe muovere l’obiezione: se c’erano tutti questi dubbi sul Pgt del 2013, ad oggi realizzato solo per l’1%, perché è stato prorogato? La risposta è semplice: noi siamo arrivati a metà del 2018, qualche mese dopo il Pgt, sarebbe scaduto, avendo validità quinquennale.
Far scadere un Pgt significa bloccare completamente la città per i successivi tre o quattro anni, comprese tutte le riqualificazioni in itinere o in istruttoria. Tutti sono a conoscenza del fatto che io ho avviato subito le procedure per un nuovo Pgt, già a novembre 2018, quindi pochi mesi dopo la nostra elezione. Ho avviato la fase delle istanze da parte dei cittadini, che per legge devono durare 30 giorni: io le ho allungate a 60 giorni, introducendo anche nuove forme di partecipazione, ad esempio un modulo on line direttamente sul sito del Comune. Sono state inoltrate circa 110 istanze. La terza fase consiste nello scrivere le linee guida generali, sulle quali ho redatto una bozza già da molto tempo.
I fatti odierni dimostrano che tutta la prudenza esercitata dalla nostra giunta e dal sindaco, in questo seppur breve periodo di governo, si è rivelata più che corretta. Le voci che ci siano ancora oggi soggetti che ambiscano a questa poltrona “bollente” è la dimostrazione che qualcuno si illude ancora che con l’urbanistica si possano fare affari quantomeno ambigui. Con noi alla guida della città questo non succederà, per evitare di compiere altri disastri a Cinisello Balsamo.