Sab. 20 Apr. 2024
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Sesto, no alle nuove scuole sulle ex Falck. “Gli oneri li usiamo per sistemare quelle esistenti”

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Gli oneri del maxi progetto di riqualificazione delle aree ex Falck “al servizio” della “vecchia” Sesto San Giovanni. In queste ore il sindaco dell’ex Stalingrado d’Italia, Roberto Di Stefano, ha diffuso un comunicato in cui conferma la volontà di volere utilizzare gli oneri derivanti dal piano Falck per la cosiddetta “città costruita”, e in particolare per le scuole.

“Già dal programma elettorale era chiara la nostra intenzione. Riteniamo infatti – commenta Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto San Giovanni – prioritario sviluppare le aree Falck senza creare una città di serie A e una di serie B. Per questo motivo pensiamo al trasferimento di parte degli oneri sulla città già costruita, andando a intervenire sulle criticità emerse sulle strutture scolastiche. Le richieste dei cittadini sulla messa in sicurezza degli edifici esistenti è continua e come amministrazione vogliamo dare una risposta in tal senso. Valuteremo nei prossimi mesi la situazione attuale delle scuole del territorio e gli scenari di sviluppo degli insediamenti. Dobbiamo essere attenti a come utilizzare i fondi tenendo presenti le problematiche esistenti nelle strutture comunali”.

Nell’ultima seduta di giunta, in riferimento al Pii Falck ed alle opere pubbliche da realizzare a scomputo, è stata disposta la sospensione dell’avvio dell’iter di realizzazione delle scuole Concordia e Treno Laminatoio, nell’ambito dell’efficienza ed economicità dell’azione e dei conti della pubblica amministrazione, sulla scorta della previsione del sotto utilizzo attuale degli edifici scolastici comunali esistenti e del fabbisogno di risorse necessarie per la loro riqualificazione e messa in sicurezza. “La sospensione non elimina, al momento, l’obbligo di realizzare la scuola Concordia con l’apertura del centro commerciale ma apre alla possibilità di fare una variante del Pii volta alla monetizzazione a favore dell’ente del controvalore delle opere sospese per poi impiegarle nella ristrutturazione degli edifici scolastici esistenti sul territorio”.

No a nuove scuole, dunque. Sì alla sistemazione di quelle esistenti tramite i fondi derivanti dalla realizzazione della Città della Salute e della Ricerca.

 

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