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La Sinistra di Sesto: “Privatizzare il Cdd per disabili è una strada sbagliata”

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Prosegue in modo molto acceso il dibattito sul futuro del Centro Diurno Disabili (Cdd) di Sesto San Giovanni che ospita poco più di 50 disabili della città. La giunta del sindaco Monica Chittò ha annunciato di voler procedere all’esternalizzazione del servizio perché non più sostenibile per le casse del Comune e perché non rispondente alle nuove esigenze dei cittadini.

Una scelta politica forte. Una scelta politica delicatissima e pericolosa perché mette a dura prova un servizio che oggi è gestito da 23 operatori sociali che sono a tutti gli effetti dipendenti pubblici e che, in prospettiva, forse si troveranno a dover cambiare il loro status. La Sinistra ha subito tuonato contro il progetto. Al punto che ci si aspetta la fuoriuscita dalla maggioranza degli esponenti di Sel e di Rifondazione. Silenzio curioso dagli assessori che sono rappresentati nei due partiti.

Dopo il no secco delle liste civiche Sesto nel Cuore e Giovani Sestesi, arriva anche la posizione di indignazione del Movimento 5 Stelle.

E però la posizione dei partiti di Sinistra a preoccupare di più il sindaco. L’uscita dei due partiti dalla Maggioranza potrebbe provocare la caduta del sindaco.

Ecco il Comunicato ufficiale di Prc, Socialisti e Sel:

“Martedì 16 giugno è stata convocata una commissione consigliare con i lavoratori e le lavoratrici del centro diurno disabili per discutere in merito alla volontà di una parte dell’amministrazione di esternalizzare questo servizio. Purtroppo tale commissione si è rivelata inutile a causa di un atteggiamento di totale chiusura rispetto alle ragioni e alle documentate proposte delle lavoratrici e dei lavoratori.

Non possiamo condividere la scelta di non aprire alcun vero confronto con i lavoratori e le lavoratrici e di procedere, senza alcuna propensione all’ascolto, con l’esternalizzazione di un servizio dedicato ai più deboli.

Chiediamo che un confronto vero sia riaperto sulla riorganizzazione del servizio escludendo ogni ipotesi di esternalizzazione del personale. Le risorse sono importanti ma non quanto le persone.

Siamo convinti che la ragionevolezza e la determinazione dimostrata dal personale del centro diurno disabili, unita a quella di tutti gli altri dipendenti comunali, con l’assemblea prevista per il 25 e il conseguente sciopero del 29 giugno, sapranno incidere su chi nell’amministrazione ha scelto la strada sbagliata di far ricadere le difficoltà gestionali e di bilancio oggi sui lavoratori, domani sui cittadini e sugli utenti”.

Di seguito il lungo e duro comunicato del Movimento 5 Stelle

Martedì 16/06/2015 si è svolta a Sesto San Giovanni la seconda commissione con i dipendenti del CDD (Centro Diurno per Disabili)  di Via Boccaccio, per sentire e discutere le ipotesi di riorganizzazione del CCD che gli stessi hanno fatto avere all’amministrazione. In realtà non é stata una commissione, bensì una miserevole riunione in cui una parte, la maggioranza, ha preso letteralmente in giro i dipendenti senza ascoltare alcunché: tutto é già deciso, ma non viene detto nulla.

La maggioranza PDiana ha mostrato tutta l’ipocrisia, la falsità, l’arroganza, la prepotenza di cui questo PD è capace e, tra giochi di parole e alcune scemenze, si è resa responsabile di creare in città una tensione tra operatori dei servizi sociali e maggioranza che non si era ancora vista.   Per noi il comportamento tenuto non é una novità, ma vederlo attuato in questo modo cinico e sprezzante dell’onestà intellettuale nei confronti di onesti lavoratori che si prodigano per migliorare l’attività che con passione svolgono a sostegno e in difesa delle fasce sociali più deboli ci ha impressionato.  E osano ancora definirsi di sinistra?! Devono solo vergognarsi.
 
Non si è parlato di riorganizzazione perché non c’è alcuna riorganizzazione, ma solo la volontà di continuare a privatizzare ed esternalizzare servizi sociali senza divulgare alcun dettaglio, nonostante, ne siamo certi, siano già stati presi tutti gli accordi e definiti tutte le condizioni con chi di dovere. Chi? Ovviamente si pensa al mondo cooperativo, tanto legato a questo sistema di potere direttamente e non, a questi pseudo amministratori della maggioranza.
 
Non è stata condivisa nessuna analisi delle esigenze seria, non c’è stato alcun confronto con chi usufruisce (o dovrebbe usufruire) del servizio, non è stata data nessuna indicazione di vincoli economici e di risorse, niente di niente, sono riusciti a dire che vi saranno risparmi (non si sa quanti) aumentando le strutture (ci sono o ci fanno?), anche se attualmente non ci siano sprechi né perdite (come detto da Luca Finazzi, dirigente comunale)!   Parole, falsità, mistificazioni della realtà.  Forse pensano ancora che i cittadini e i lavoratori siano lì ad ascoltare sciocchezze e che si facciano abbindolare da parole senza senso?
 
L’unico punto saldo è che senza aver alcun progetto (!) sarà dato mandato a Livio Tranchida (direttore del personale) “di uccidere” il CDD attuale, attuando le azioni necessarie per fare in modo che i costi non siano più imputati in economia: il ché significa esternalizzare! Gli unici che pagheranno questa scelta potranno solo essere i cittadini che hanno bisogno del servizio e i lavoratori che si vedranno catapultati in una cooperativa (o qualcosa di simile) a cui dovranno garantire un guadagno nel budget assegnato. Poco importa come.   Come fatto per le farmacie in fondo, o, come si dice, succederà agli asili nido.  Cosa c’è di sinistra? Dov’è? Qua c’è solo la marea rossa.
 
Come abbiamo già affermato in passato, questa è sia un’operazione finanziaria per non far figurare costi di dipendenti tra i costi strutturali del bilancio, spalmandoli su altre voci di costo (non riducendoli, anzi), sia un’operazione politica, finalizzata a compiacere chi dalla regia del PD vuole gestire i servizi essenziali (Roma docet?), e magari in cambio di questo “favore” riconfermarsi la candidatura per le prossime elezioni? E’ vergognoso. Non abbiamo parole. Vergognoso.  Dovevate sentire (invitiamo ad ascoltare le registrazioni) chi ieri, con il cuore in mano, trovava il coraggio di dire alla maggioranza quello che si può solo dire, che cioè oggi Sesto non é più esempio per nessuno, ma solo motivo di vergogna.
 
Cosa faremmo noi M5S se fossimo in Giunta?   Innanzitutto sentiremmo l’utenza e valuteremmo insieme a loro l’esigenza reale di Sesto San Giovanni. Poi parleremmo, condividendo le informazioni raccolte e le esigenze appurate, con i dipendenti e i loro rappresentanti, valutando con loro come erogare il servizio nonostante eventuali vincoli di spesa. Questo è ragionevole, non di certo la presa in giro di ieri.  Chiediamo quindi una commissione con chi, come parte utente, desidera esprimere le esigenze, con chi sa, numeri alla mano, quante siano le reali richieste, e successivamente dovremmo risentire i dipendenti che, con numeri forniti, potranno entrare in un dialogo per il bene della città. Ieri il dialogo é stato bandito dalla maggioranza, in perfetto stile fascista.
 
Infine chiediamo a tutti coloro che si riconoscono nei principi opposti a quelli dimostrati con queste decisioni, compreso chi all’interno della maggioranza critica ma poi viene costretto ad adeguarsi, di esprimere una volta per tutte un voto coerente con il proprio pensiero e la propria coscienza. Per questo, senza pregiudizi, ci mettiamo a disposizione per concordare le modalità operative più adeguate affinché questa imposizione sulla città non passi.
 
Giù le mani dalle fasce sociali deboli!”.
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