Mar. 23 Apr. 2024
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Il Vescovo agli amministratori: la ragionevolezza porti al bene comune

[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO -[/textmarker] -«Ragionevolezza» è stata la parola filo conduttore della serata di martedi 25 giugno presso il Centro civico “Il Pertini” di Cinisello Balsamo, allorché si sono riuniti incontrando l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, i tanti amministratori locali del territorio appartenente alla Zona pastorale VII (Sesto San Giovanni).

Si è trattato di un’occasione di confronto nella scia degli appuntamenti già svolti nelle Zone II, III, V e I, a partire dal Discorso alla Città 2018, Autorizzati a pensare, proposta in questa grande area metropolitana a nord-est della città, con i suoi 16 Comuni (di cui 4 amministrazioni appena rinnovate nelle recenti elezioni) e più di mezzo milione di abitanti.

«La stima e il ringraziamento; la proposta di una ragionevolezza che spieghi il convergere delle istituzioni – tra cui la Chiesa – verso il bene comune e un orizzonte per guardare al futuro con speranza, nel riferimento alla Carta costituzionale e all’Europa dei popoli». Sono gli auspici che l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha lasciato, come consegne da realizzare, agli intervenuti alla serata.

Accanto al vescovo sedevano il vicario di zona don Antonio Novazzi (che ha ricordato: «Dobbiamo essere autorizzati a pensare, ma anche a sognare qualcosa

di bene per le nostre Comunità») e Alberto Melzi, della Commissione zonale di Pastorale sociale, che ha introdotto la serata in cui il saluto di benvenuto è stato portato dal sindaco di Cinisello Giacomo Ghilardi: «Spesso le persone avvertono la politica lontana e ostile. Occorre accorciare le distanze ed essere amministratori con coscienza equilibrata, avendo a cuore il bene comune. Quando si amministra bisogna spogliarsi delle vesti di uomo di partito, solo così si può tornare a svolgere il servizio al cittadino».

L’intervento introduttivo di Giacomo Ghilardi

Tante le sfide già affrontate a Cinisello e nei Comuni vicini, con sinergie, collaborazioni tra Enti e anche la partecipazione ecumenica delle diverse Comunità religiose, come la Chiesa ortodossa russa, la copta e la battista. «Ci aiuti a rimettere a fuoco il centro di tutto, perché il nostro non sia un agitarsi scomposto, ma il servizio alla persona e la carità che ci facciamo a vicenda», ha  terminato il Sindaco rivolto direttamente all’Arcivescovo.

L’intervento di monsignor Mario Delpini
«Perché convocare gli amministratori? – si è chiesto l’arcivescovo – non ho lamenti da fare. Ho trovato gente di buona volontà che ha a cuore il servizio alla cittadinanza. Voi sapete quanto grandi sono i bisogni e poche le risorse. Noi italiani facciamo le cose ben fatte. Siamo tra persone serie che si rimboccano le maniche. Voglio dire la stima per le cose che fate e per la responsabilità che vi siete presi». «Io ritengo – ha proseguito monsignor Mario Delpini – che le istituzioni siano predisposte all’alleanza, non possono essere motivate dall’idea di screditare gli altri, di contrapporsi e di diventare concorrenti. Forse in altri tempi quando l’ideologia dominava era un modo per affermare un’identità. Alleanza significa stringere patti di stima vicendevole per il bene comune, che non vuol dire accontentare qualunque aspettativa, ma il convivere solidale. Le istituzioni devono essere inclini all’alleanza che significa essere per una condivisione e fare uso della ragionevolezza contro l’atteggiamento della pretesa, tipico del cittadino. Non esistono delle pretese, ma dei diritti».

L’arcivescovo di Milano non ha offerto soluzioni pronte e non è mai entrato nel dettaglio delle questioni, ma ha altresì offerto un giudizio illuminante sulla realtà, che ha stimolato gli interventi degli amministratori durante la serata.

«Occorre contrastare la reazione emotiva – ha aggiunto monsignor Mario Delpini – perché gli altri sono una risorsa, non una minaccia. La mancanza di risorse deve orientare l’impegno non ad aumentare le tasse ma ad attivare la società civile e le energie dei corpi intermedi».

«La speranza tira fuori le energie»
Infine, quello che l’Arcivescovo definisce «il quadro più complessivo»: quello costituzionale, inserito nella prospettiva di un’Europa dei popoli, «che è un motivo di fiducia per la convivenza in questo Paese, senza che i continui lacciuoli e farraginosità della burocrazia ci schiaccino. La Costituzione della Repubblica e il processo europeo non possono essere banalizzati con qualche battuta sbrigativa. In tutto questo l’aspetto più importante è, forse, la speranza perché guarda avanti, tira fuori energie, ci fa chiedere dove stiamo andando e con quale orientamento».

Gli interventi degli amministratori
Sono poi intervenuti molti consiglieri, assessori e sindaci, come quelli di Bussero, Curzio Aimo Rusnati, («Allenare le nostre comunità a prendersi cura di se stesse, senza alimentare la pretesa. Ci muove il senso di responsabilità e la saggezza, la passione per le persone. Alle politiche dello scontro dobbiamo proporre non valori, ma occasioni di incontro. Devi essere credibile. Occorre ricostruire luoghi dell’incontro in una società arrabbiata») – o il neo Primo cittadino di Paderno Dugnano, Ezio Casati, che ha parlato di fiducia e speranza «come possibilità di vincere le sfide, anche in una periferia del mio Comune che ha il 40% di stranieri».

Per Luca Maggioni, sindaco di Carugate: «Oltre alla ragionevolezza occorre mettere in campo la creatività». Interessante l’intervento di Simone Cairo, da un anno sindaco di Bresso che ha ricordato la «solitudine dell’amministratore», rievocando in primi giorni del suo insediamento quando è stato chiamato ad affrontare nel suo comune il problema della legionella che ha mietuto alcune vittime.

Roberta Pizzocchera, assessore alle politiche sociali dell’amministrazione di Sesto San Giovanni, ha esortato tutti, amministratori e cittadini, «a un incontro sincero», per incamminarsi verso la soluzione dei conflitti. Patrizia Bartolomeo, consigliere di minoranza a Cinisello Balsamo, suggerisce e sottolinea la necessità di «governare il presente nella prospettiva di un domani migliore». E compito della politica è anche «educare alla bellezza». Giuseppe Parisi, assessore ai lavori Pubblici, ambiente ed energia, al Comune di Cinisello Balsamo, ha richiamato gli inviti di due Pontefici: Paolo VI, che indicava la politica quale la «più alta forma di carità» e la richiesta indirizzata ai giovani da parte di papa Francesco che li invita a non rimanere a guardare la realtà dal balcone, ma a mettersi sempre in gioco.

Il compito che, secondo l’Arcivescovo, è emerso dagli interventi della serata, diviene quasi un consiglio: «Che gli Amministratori di un territorio omogeneo abbiano incontri che non siano solo direttamente utilitaristici, ma promossi per ragionare sulle motivazioni e le problematiche generali, potrebbe essere incoraggiante. Contagiate con la passione per il bene comune anche i giovani, perché desiderino anche loro un giorno fare l’amministratore. Cosa saggia sarebbe trasformare l’utente in collaboratore: chi viene aiutato si senta aiutato ad aiutare. Per uscire dal bisogno non occorre chiedere la carità, ma essere protagonisti di una storia diversa, così si moltiplicano le risorse».

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