Ven. 29 Mar. 2024
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Terrorismo, espulso tunisino che si nascondeva a Cinisello

[textmarker color=”E63631″]NORDMILANO[/textmarker] – Il Nordmilano torna prepotentemente a fare i conti con il problema del terrorismo. E questa volta Cinisello sembra essere la base di un adepto dell’Isis che predica la jihad attraverso web.  Con un provvedimento firmato dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, è stata eseguita oggi una nuova espulsione per motivi di sicurezza dello Stato. A darne notizia è stato lo stesso Viminale, spiegando che si tratta di un 36enne cittadino tunisino, residente a Cinisello Balsamo , “fermato a seguito dell’operazione Da’Wa eseguita dalla Polizia postale di Perugia su estremisti islamici attivi nel diffondere sul web scritti di propaganda jihadista e di sostegno all’Isis, che ha portato all’arresto di 4 persone per il reato di apologia di terrorismo aggravato dall’uso dei mezzi telematici”.

In particolare, è emerso dalle indagini che “il tunisino, attraverso la pubblicazione sul web di numerosi post, aveva manifestato una chiara condivisione dell’ideologia fondamentalista delle frange estreme dell’islamismo, nonché delle azioni armate delle milizie appartenenti al cosiddetto Stato islamico e di attentati di matrice jihadista”. Il tunisino è stato rintracciato ieri a Milano è stato rimpatriato oggi dalla frontiera aerea di Milano Malpensa con un volo diretto a Tunisi. 

L’operazione ha riaperto le polemiche sulla presenza a Cinisello di due moschee considerate abusive.

“Sarà un caso, il sindaco rispondendo alla nostra richiesta di mappatura di moschee e centri islamici, ci aveva segnalato la presenza di due situazioni quantomeno critiche”, ha ricordato Viviana Beccalossi, assessore regionale alla Città Metropolitana. E poi ha proseguito: “Nella città confinante con Milano, il sindaco Siria Trezzi aveva fatto presente a Regione Lombardia che a Cinisello Balsamo risultavano due luoghi di culto non autorizzati: il Centro islamico di via Frisia e il Centro islamico di via Matteotti entrambi oggetto di ricorsi presso TAR e Consiglio di Stato e spesso al centro delle cronache per situazioni poco chiare. Senza dimenticare, infine – conclude Viviana Beccalossi – che proprio a poche centinaia di metri da quei luoghi di aggregazione si aggirava Anis Amri, il terrorista di Berlino, prima di essere ucciso dai poliziotti di Sesto San Giovanni”.

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