Gio. 18 Apr. 2024
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Caso Alstom: sciopero in tutta Italia per salvare il sito di Sesto

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI[/textmarker] – Sciopero in tutti gli stabilimenti Alstom d’Italia per sostenere il sito di Sesto San Giovanni. Lo ha proclamato per martedì 27 settembre il coordinamento nazionale sindacale del Gruppo Alstom dopo l’ultimo incontro avuto con l’azienda. “Nessun passo indietro su trasferimenti ed esuberi, a cui si aggiungono le mancate certezze sul fronte della produzione dei 150 treni a media capacità della commessa Trenitalia negli stabilimenti italiani. La proprietà ha confermato il suo piano di riorganizzazione aziendale e fissato il limite del prossimo 3 ottobre per il via ai trasferimenti che riguarderanno i siti produttivi italiani”, si legge in una nota del coordinamento.

Le sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm avevano chiesto un periodo di tempo per dar vita ad un confronto utile a dare risposte ai lavoratori interessati dagli spostamenti e ad affrontare poi importanti aspetti del piano industriale e del futuro per la salvaguardia dei livelli occupazionali. “L’azienda ha rigettato questa possibilità, escludendo così di fatto soluzioni contrattate collettivamente con i sindacati. Sul fronte Alstom Transport di Sesto San Giovanni è aperto poi il capitolo della trasformazione della mission del sito da produttivo a service”, dicono ancora i sindacati.

“All’atteggiamento dell’azienda sulla questione dei trasferimenti e alla forte incertezza sul numero degli esuberi – è il commento di Luca Colonna del coordinamento nazionale gruppo Alstom per Uilm -, si affiancano tutti gli interrogativi sull’assetto industriale di Alstom in Italia. In particolare per Sesto San Giovanni abbiamo dei dubbi sul fatto che la missione di service possa assorbire la forza lavoro e i carichi siano sufficienti per mantenere il livello occupazionale. La mobilitazione è l’unica risposta”.

I sindacati ribadiscono anche che la produzione della commessa dei treni regionali a media frequentazione deve rimanere in Italia: “Non è possibile che la produzione di una commessa pubblica con i soldi della collettività venga portata all’estero. Le ricadute positive in termini di occupazione e lavoro devono restare qui e garantire il futuro di Sesto San Giovanni. Anche alle istituzioni, in particolare alle Regioni, chiediamo sicurezza su questi aspetti”, aggiungono dalla Uilm.

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