Sab. 20 Apr. 2024
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Se Renzo Piano offende Sesto San Giovanni, il Pd l’applaude…

[textmarker color=”E63631″]SESTO SAN GIOVANNI [/textmarker] – Renzo Piano è di nuovo il Re di Sesto San Giovanni. A dispetto delle sue bizze, della sua maleducazione e forse anche dei business internazionali che noi tutti fatichiamo a comprendere, l’archistar è tornato a Sesto annunciando, come se nulla fosse, di aver concluso “con soddisfazione” la prima fase progettuale legata alla riqualificazione delle aree ex Falck e di esser pronto a proseguire con la progettazione della nuova stazione.

Non ci sarebbe nulla di strano se meno di due mesi fa l’architetto e senatore a vita non avesse pensato di sbattere la porta in faccia a Sesto San Giovanni con una intervista al Corriere nella quale aveva annunciato il suo abbandono del progetto sestese affermando di non condividerlo più, ma soprattutto di non nutrire molte speranze per la nostra città.

L’archistar è tornato senza scusarsi con i sestesi  e senza spiegare. E ci sta, l’educazione non è di tutti, sopratutto in un mondo del business dove evidentemente i valori sono altri. Ma è stupefacente la reazione della politica sestese, soprattutto di quegli esponenti e partiti di Governo della città che continuano a prendere schiaffi, ma sono sempre pronti ad applaudire il potente di turno, senza nessuna capacità di analisi o di critica che, parlando del futuro di Sesto San Giovanni, forse sarebbe doverosa. Lo stesso sindaco, indirettamente offesa dall’intervista, può scegliere personalmente di ingoiare il rospo per motivi di opportunità politica, ma in quanto rappresentante di 80.000 cittadine avrebbe il dovere di pretenderle quelle scuse.

Il Pd, primo partito cittadino che negli ultimi anni si porta dietro la responsabilità quanto meno morale della situazione disastrosa in cui versa la città, ha liquidato “le oscure manovre” (oscure per il solo fatto che noi sestesi non ne sappiamo nulla) dell’urbanistica sestese semplicemente esprimendo soddisfazione per il nuovo accordo tra Renzo Piano e Davide Bizzi. Anzi no, qualcosa di più l’ha detta, affermando che “Mentre chi fa opposizione ostruzionistica, e non costruttiva, paventava fratture insanabili con l’archistar Renzo Piano, favoleggiava di inesistenti parchi divertimenti all’interno del progetto…”.

Forse il Pd sestese non legge i giornali e non ha letto l’intervista dell’architetto Renzo Piano che da sola ne dice abbastanza per dubitare di tutto ciò che sta accadendo a Sesto. Forse non ha nemmeno letto l’intervista di domenica scorsa al sindaco Monica Chittò che sulle pagine del Corriere “favoleggiava” lei stessa del progetto di un nuovo parco divertimenti accanto al centro commerciale.

Non spetta di certo a noi dire se quei progetti sono utili e opportuni per il futuro di Sesto San Giovanni, anche se un nuovo centro commerciale, che lo dica Piano oppure no, non ci pare la soluzione per il rilancio di una città che di centri commerciali ne ha già troppi. Tuttavia non ci si può sottrarre dal dubitare di quei partiti che con troppa faciloneria e senza alcun senso critico sposano personaggi e progetti come se bastassero i “brand” a salvare una città dal suo declino.

Fa paura che ad applaudire ai potenti sia ancora una volta quel partito democratico che negli ultimi decenni si è reso responsabile di tanta parte del degrado in cui versa la città, ma che con tanta facilità abbia archiviato gli anni di mal governo e con la stessa facilità (o faciloneria) oggi si assume la responsabilità di scelte così pesanti per il futuro.

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