Sab. 20 Apr. 2024
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Georgie ce l’ha fatta, il camionista è tornato a casa realizzando il suo ultimo desiderio

[textmarker color=”E63631″]CINISELLO BALSAMO [/textmarker] –  La mano che saluta, prima della chiusura del portellone, con gli infermieri attorno all’ambulanza, commossi. Georgie, il camionista di 38 anni malato terminale di cancro, è tornato a casa. Domenica mattina intorno alle 9 è arrivato all’ospedale che si prenderà cura di lui in Bulgaria. Il suo desiderio si è realizzato, grazie a un piccolo miracolo di solidarietà. Quella del reparto di chirurgia generale del Bassini, che andando ben oltre il dovere strettamente medico, si è mobilitato per trovare a tutti i costi il modo di farlo ritornare a casa a rivedere la moglie e la figlia di 14 anni. Ma questo è anche il miracolo di solidarietà dei tantissimi che hanno risposto all’appello, dopo aver letto gli articoli pubblicati sui giornali, donando 3312 euro in meno di 24 ore.

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partenza di georgieChi ha letto la storia al bar e ha deciso di fare una colletta insieme agli amici, volontari di associazioni di soccorso che hanno portato soldi e coperte, o l’ex compagno di stanza dell’ospedale che ha voluto contribuire alla raccolta fondi; una donazione è arrivata persino da Madrid. In poco tempo sono arrivate decine e decine di telefonate e persone che passavano in reparto per lasciare la loro offerta piccola o grande.

Georgie si trovava al secondo piano dell’ospedale cinisellese da circa un mese e mezzo. Da quando, durante un viaggio tra la Bulgaria e l’Italia con il suo tir, si è sentito male. Sapeva di essere malato. Ma non aveva mai voluto fermarsi: aveva bisogno di lavorare. “Passerà”, diceva a se stesso e ai parenti. Ma il male che aveva dentro non poteva passare.

E’ stato ricoverato e operato due volte. Ma non c’è molto che si possa fare. Quando le sue condizioni si sono aggravate, il primo di dicembre, gli infermieri del reparto si sono mobilitati, cercando un modo per realizzare il suo desiderio di tornare a casa. Telefonate su telefonate. L’impresa sembrava quasi impossibile, per gli ostacoli burocratici e tecnici. L’ospedale, nonostante tenerlo qui fosse non solo contrario a ogni umano buon senso, ma anche a quello economico, non poteva fare nulla. Questo malgrado le cure in reparto sarebbero costate di più che farlo tornare a casa.

Bisognava fare in fretta. Così, mentre gli infermieri lanciavano l’appello tramite i giornali, i parenti raccoglievano i loro risparmi per pagare il viaggio in barella. Venerdì sera si è così riusciti a far partire dal suo paese un’ambulanza con a bordo due autisti, un medico anestesista e il cognato di Gergie.

LEGGI: “La storia di Georgie e il giornalismo utile”

Ieri intorno all’una l’arrivo del mezzo al Bassini, poi il tempo delle medicazioni per il lungo viaggio e delle procedure burocratiche e Georgie che viene portato fuori dall’ospedale: alza le braccia al cielo, sorride. Stringe uno ad uno gli infermieri che l’hanno seguito, i parenti residenti in Italia che sono accorsi in questi giorni per assisterlo e fare da intermediari. Poi stringe il pugno in segno di forza, e via.

Dalla Bulgaria, poco fa, hanno fatto sapere che il viaggio di circa 14 ore è andato bene: Georgie è arrivato in ospedale ed è stato sistemato in camera. Il cognato che lo ha accompagnato nel viaggio ha consegnato alla famiglia la busta sigillata con dentro i soldi raccolti.

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L’infermiere Mirko Amara consegna la busta con gli oltre 3mila euro al cognato di Georgie
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Georgie viene caricato sull’ambulanza arrivata dalla Bulgaria
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Oss e infermiere che si sono prese cura di lui in questo mese e mezzo lo salutano commosse
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La zia di Georgie, che ha fatto da interprete e seguito da vicino tutta la “missione” ringrazia Mirko, l’infermiere che più di tutti ha creduto e si è dato da fare per realizzare il desiderio di Georgie
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L’ambulanza bulgara lascia il Bassini: il viaggio per riportarlo a casa sarà lungo 1600km
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Il saluto dell’infermiere Mirko, che si è dato da fare per realizzare il desiderio di Georgie

(foto Jacopo Altobelli)

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